Nell'ultimo raid russo sulla città di Dnipro è stata colpita la redazione della TV pubblica Suspilne. Ma i bombardamenti con missili e droni hanno portato morte, distruzione e feriti anche nelle regioni di Kharkiv e Zaporižžja, dove i russi avanzano, rivendicano la conquista di altri villaggi e ribadiscono di accerchiare gli ucraini sia a Kupjans'k che a Pokrovs'k. Mentre nel Donetsk, sotto controllo russo, il 65% della popolazione è senza luce elettrica, riscaldamento e acqua, dopo gli attacchi ucraini. Sul fronte politico indiscrezioni di stampa riferiscono che Volodymyr Zelensky, durante i colloqui avuti con esponenti di governo dopo lo scandalo corruzione che ha colpito il settore dell'energia, avrebbe ricevuto l'indicazione unanime di licenziare il capo del suo staff Andrij Jermak, ovvero l'uomo più vicino al presidente fin dai tempi in cui faceva ancora l'attore. La Polonia intanto torna ad accusare la Russia per il sabotaggio della linea ferroviaria verso l'Ucraina. "Tutte le tracce portano a est, in Russia" ha detto il Ministro della Difesa. Pessime notizie per chi si oppone alla Russia arrivano anche dalla Georgia, dove il partito al potere, Sogno Georgiano, filo-putiniano, ha preso una raffica di misure per sradicare quel che resta del dissenso politico, ad esempio mettendo al bando i tre principali partiti di opposizione e europeisti, incriminandone i principali leader e arrestando chi scende in piazza a protestare, decidendo allo stesso tempo di abolire l'organismo anti-corruzione chiesto da Bruxelles. La deriva autoritaria verso la dittatura di un solo partito sembra quasi irreversibile.























