Un’alta colonna di fumo nero si alza nel cielo di Sebastopoli, in Crimea, la città che ospita la flotta del Mar Nero è la più importante base navale russa. Ad essere colpito, probabilmente da un drone ucraino, è stato un deposito di carburante e l'incendio si è esteso su un'area di 1000 metri quadri nella zona del porto senza provocare vittime. Non è la prima volta che la Crimea e Sebastopoli in particolare vengono colpite, perlopiù con i droni d'assalto, nonostante la distanza dalle posizioni ucraine, tanto che le autorità russe hanno sospeso la parata militare del 9 maggio che celebra la vittoria contro la Germania. E anche il Presidente Zelensky, nella sua ultima intervista, ha ribadito che la controffensiva che le forze ucraine stanno preparando, per la fine della primavera o l'inizio dell'estate, prevede anche la liberazione della Crimea, anche se ha ricordato che il successo di questa operazione dipende dal fatto che l'occidente continui a fornire armi all'Ucraina. Nel frattempo, a Uman si continua a scavare tra le macerie del palazzo residenziale di 9 piani colpito ieri dal raid missilistico russo. Sono cinque i bimbi morti in quell'attacco, su un bilancio che parla di almeno 23 vittime. Mentre una mamma e la figlia di 2 anni sono morte a Dnipro. La Russia continua a sostenere di aver cercato di colpire obiettivi militari ma il bilancio dei civili caduti continua a crescere quotidianamente. Questo mentre ieri il Presidente Putin ha firmato un decreto per il quale dal primo luglio i cittadini ucraini nei territori occupati che si rifiutano di prendere il passaporto russo potranno essere deportati in qualsiasi regione dell'immensa Federazione Russa.