La gioia sui loro volti è contagiosa appena scendono dal pullman si abbracciano, chiamano casa, si gettano a terra o baciano la bandiera ucraina. Sono i prigionieri di guerra appena tornati a casa. 207 questa volta, con circa altrettanti russi restituiti a Mosca. Tra gli ucraini tornati a casa ci sono gruppi di uomini delle diverse divisioni dell'esercito. Tra questi molti difensori di Mariupol e delle acciaierie Azovsthal catturati nel maggio del 2022 ad annunciare lo scambio è stato lo stesso Zelenski su Telegram. Dall'inizio della guerra sono più di tremila gli ucraini che sono riusciti a tornare dalle carceri russe in circa 50 scambi, le uniche occasioni in cui le due parti sembrano riuscire a intavolare una trattativa. Questo scambio avviene ad una settimana da quello annullato il 24 gennaio quando un jet russo è stato abbattuto vicino Belgorod. Per Mosca stava trasportando sessantacinque prigionieri di guerra destinati appunto allo scambio. Il presidente Putin è tornato a parlare dell'episodio e ha ribadito che a colpire l'aereo russo sono stati gli ucraini utilizzando un missile lanciato dai sistemi Patriot americani. Kiev continua a sostenere invece che l'aereo trasportava missili e non uomini e chiede alla Russia di mostrare le immagini dei cadaveri di cui parla. Intanto sul campo di battaglia, mentre continua il bombardamento quasi quotidiano di Kharkiv, i russi non smettono di avanzare verso Avdivka, la città alle porte di Donetsk, che si trova sulla linea del fronte dal 2014 e su cui l'esercito di Mosca ha lanciato da mesi un'offensiva potente circondandola da tre lati. Come già Mariupol o Bakhmut anche Avdivka è una città fantasma deserta e sventrata dai bombardamenti. Dei trentamila residenti ne restano solo mille. Negli ultimi giorni, dopo aver perso un enorme quantità di uomini e mezzi, i russi avrebbero raggiunto la periferia della città. Per Putin i soldati hanno catturato alcune vie e diciannove case e le sarebbero difendendo.