Ci prepariamo allo scenario peggiore, dice Bruxelles. E per scenario peggiore si intende che la Russia non riapra più il gasdotto Nord Stream, facendo venire meno buona parte della sua fornitura di gas alla Germania e al resto d'Europa. Questo è il presupposto del piano d'emergenza di razionamento energetico che nelle prossime ore verrà presentato dalla Commissione Europea. Un piano che poi dovrà essere approvato dalla maggioranza degli Stati membri e che li obbligherà ad effettuare risparmi energetici i prossimi autunno e inverno. La Commissione indicherà in quali attività produttive consumare più o meno riserve di gas, imporrà restrizioni alla climatizzazione degli edifici pubblici e stabilirà un sistema di mutua assistenza tra i Paesi membri. L'obiettivo è quello di rendere meno doloroso possibile l'eventuale stop alla fornitura di gas russo e di mantenere alto il livello delle riserve necessarie a farci superare i prossimi mesi. Nel caso in cui il metano fornito da Mosca smetta di alimentare l'Europa le ripercussioni per l'economia sarebbero disastrose. Nei giorni scorsi la Commissione Europea si limitava a dire che il PIL potrebbe avere il segno meno nel prossimo anno, il Fondo Monetario Internazionale ha invece quantificato al 5-6% l'eventuale contrazione dell'economia. Uno scenario, questo, che dopo i difficili anni di lockdown l'Europa credeva di aver scongiurato definitivamente.























