Un attacco notturno con i droni avrebbe colpito un deposito di petrolio vicino San Pietroburgo. E sarebbe un attacco ucraino in pieno territorio russo a centinaia di chilometri dai confini del Paese. Testimonianza della capacità di Kiev di colpire in profondità sul territorio russo. Anche se Mosca fa sapere di aver abbattuto quel drone i servizi segreti ucraini ribadiscono che le strutture militari nella regione di San Pietroburgo sono adesso alla portata delle forze ucraine. Sul campo proseguono i bombardamenti russi sull'est del paese, con Kharkiv colpita ancora una volta da due missili e la contraerea che riesce ad abbattere solo 22 dei 33 droni lanciati dai russi. Intanto in Europa la Francia si dice pronta a finanziare 12 cannoni Caesar per l'Ucraina e Orban sembra riaprire alla possibilità di sbloccare i finanziamenti Ue per Kiev, mentre i contadini romeni tornano a bloccare il confine per protestare contro l'ingresso nel paese dei prodotti agricoli ucraini. Da Mosca invece il Ministro degli Esteri russo Lavrov torna a parlare di negoziati di pace e lo fa seguendo la narrativa russa. Accusando cioè l'occidente di aver coinvolto l'Ucraina a rifiutare il piano di pace proposto nell'aprile del 2022 e ricordando a Kiev che può aprire i negoziati quando vuole, ma a patto di respingere l'ideologia nazista e anti russa e rinunciando alle aspirazioni di entrare nella Nato. La risposta di Zelensky non si fa attendere ed è di segno uguale e contrario: nel 2024 l'Ucraina deve riprendere l'iniziativa sul campo di battaglia. Per far questo il Governo è pronto a presentare in Parlamento un nuovo decreto sulla mobilitazione entro i primi giorni di febbraio.