I combattenti russi responsabili del raid nella regione di Belgorod appaiono in una conferenza stampa nella foresta, organizzata dall'esercito ucraino. Sostengono di aver agito da soli ma non negano il supporto ricevuto dai militari di Kiev, i due gruppi, il corpo dei volontari russi e la legione per la libertà della Russia, uno di estrema destra, uno più moderato, sono tornati in Ucraina dopo un raid durato due giorni e annunciano per il prossimo futuro nuove incursioni in territorio Russo. L'obiettivo resta quello di liberare il Paese dalla dittatura di Putin. E patrioti di Sochi si sarebbero appena uniti al movimento, con volantini apparsi sui muri della città del Mar Nero. Un altro attacco non convenzionale da parte Ucraina è arrivato via mare, l'esercito ha infatti lanciato tre droni marini contro una nave russa della flotta del Mar Nero che stava di guardia ai gasdotti che portano verso la Turchia. Le tre imbarcazioni sono state intercettate e distrutte dalla Marina Russa, che ha poi diffuso il video. Sul fronte a Bakhamut è iniziato il ritiro dei miliziani del gruppo Wagner dalla città appena conquistata, come già annunciato dal capo della compagnia di mercenari Eugeny Prigozhin, che è poi tornato, in un'intervista, ad attaccare i vertici del Cremlino per i tanti morti della battaglia più sanguinosa di questa guerra, almeno 20.000 soldati Wagner sono caduti a Bakhmut, con altrettanti feriti, ha detto pure Prigozhin ammonendo le elite di Mosca sui propri errori. "Volevamo denazificare e smilitarizzare l'Ucraina", dice Progozhin, "ne abbiamo fatto invece una nazione conosciuta in tutto il mondo e molto più armata di prima". Poi la profezia, che suona come una minaccia: questa guerra potrebbe finire con la rivoluzione come nel 1917.