"Siamo con Yaroslav Hrytsak, uno dei maggiori storici ucraini e docente all'Università di Leopoli. Gli chiediamo subito come e quanto il conflitto in Medio Oriente stia avendo conseguenze sulla guerra russo-ucraina". "Riteniamo che questo conflitto indebolisca l'Iran e sia molto importante per l'Ucraina, perché una parte significativa dei droni e dei razzi, viene fornita dagli iraniani ai russi. Quindi questo significa che ci saranno meno e meno razzi se l'Iran venisse rimosso dalla scena. Ma c'è un altro effetto collaterale e l'effetto collaterale è che molto probabilmente questo causerebbe un aumento dei prezzi del petrolio, che è la principale fonte del budget di Putin". "Donald Trump ha lasciato in anticipo il G7 e così è saltato l'incontro con Zelensky. Come valuta l'arrivo di Donald Trump e il suo impatto e i suoi interventi sulla guerra russo-ucraina?" "Trump è forte con i deboli ed è con i forti è debole con Putin e Netanyahu ed è forte con l'Ucraina e questa è una politica disastrosa sia per l'Ucraina, sia per la sicurezza in generale, perché fondamentalmente le differenze tra la guerra in Israele e la guerra in Ucraina sono che hanno un tipo diverso di guerra in Ucraina e questo riguarda la Russia, il fattore principale sono le risorse, se l'Ucraina venisse lasciata da sola, non avrebbe alcuna possibilità di sostenere l'aggressione russa perché la Russia ha risorse molto più ampie, tre quattro volte più grandi in termini di PIL di popolazione. Ma se l'Ucraina ha accesso alle risorse occidentali, la Russia non ha alcuna possibilità di resistere. La questione cruciale è la volontà politica di fermare Putin e questo è uno dei punti interrogativi, il vero punto interrogativo". "Mosca ha annunciato dal 22 giugno nuovi negoziati a Istanbul. Ha senso per Kiev continuare su questa formula e continuare a sedersi al tavolo, nonostante sia evidente che la Russia non arretra di un centimetro rispetto alle sue richieste?" "La regola generale per ogni guerra è che ha senso negoziare qualunque sia la guerra ha senso dire sì ai negoziati, quindi sì, ha senso, ma nel breve termine non ha senso perché la Russia non vuole scendere a compromessi, perché quello che vediamo come piano russo, non è un negoziato, un compromesso, è fondamentalmente un ultimatum, un ultimatum per l'Ucraina che l'Ucraina non potrebbe accettare. Nella mente di ogni ucraino c'è la volontà di fermare la guerra, di avere la pace, ma non a tutti i costi. Vogliono una pace con garanzie, vogliono garanzie di sicurezza e questa è la questione cruciale in questi negoziati e la Russia non è disposta a fornire alcuna garanzia all'Ucraina, ancora meno garanzie fornite dall'occidente".