È apparentemente un'altra guerra, dimenticata ma non conclusa, quella al centro dell'incontro trilaterale organizzato a Teheran tra i leader iraniani e i Presidenti russo e turco. Nel conflitto siriano, i tre sono su fronti opposti: da una parte Mosca e Teheran hanno salvato dal collasso il dittatore Bashar el Assad, dall'altra Ankara appoggia gruppi anti-regime. Eppure da anni, in questo formato, cercano una composizione della crisi, o una spartizione del Paese per i critici. Ora l'obiettivo sarebbe quello di ridurre la violenza benché milizie e militari dei tre Paesi siano ancora coinvolti nell'area. Così alla Turchia, che minaccia nuove operazioni militari contro i curdi nel Nord della Siria, Teheran ha ricordato la sua volontà di preservare l'integrità territoriale siriana respingendo l'idea di una zona cuscinetto. L'impressione è però che la Siria sia soltanto il pretesto dell'incontro. Nella sua prima visita fuori dall'area dell'ex Unione Sovietica dall'invasione dell'Ucraina, Putin siede per la prima volta da febbraio con un leader della rivale NATO, il turco Erdogan, che è anche protagonista di tentativi di mediazione tra Mosca e Kiev. Allo stesso tempo il leader russo si è fatto corteggiare dall'alleato iraniano: le relazioni tra Teheran e Mosca possono vantare "dati record in termini di scambi", ha detto dopo aver incontrato l'omologo, Ebrahim Raisi. Accade pochi giorni dopo la visita mediorientale del Presidente americano Joe Biden, mentre nell'area si rafforza un fronte anti-Teheran tra i potentati del Golfo e Israele. La crisi alimentare legata alla guerra in Ucraina e come sbloccare le esportazioni di grano dal Paese sono al centro dei colloqui. Non è dato sapere, invece, se in agenda c'è anche una questione divisiva: Erdogan resta infatti il capo di un Governo che fornisce da mesi micidiali droni all'esercito ucraino in funzione antirussa, mentre gli Stati Uniti hanno da poco rivelato una possibile massiccia fornitura iraniana di droni a Mosca.























