Giornata intensa a Kiev. Tra il discorso di Putin, la visita di Giorgia Meloni e la replica al Presidente russo nel pomeriggio di Biden da Varsavia. Rispetto al risveglio del giorno prima, con la visita a sorpresa di Biden e la sensazione di avere l'appoggio di lunga durata degli Stati Uniti, ascoltare le parole di Putin è stato molto più amaro. Quel che ha detto rispetto all'Ucraina, già sentito N volte, è stato percepito come falso e provocatorio. Ha detto, come al solito, che l'Ucraina è ostaggio dei nazisti al potere e delle potenze occidentali. Il Consigliere di Zelensky, Podolyak, ha risposto che il discorso di Putin ha mostrato tutta la sua confusione e la sua irrilevanza. Vede ovunque nazisti, marziani e teorie del complotto, ha aggiunto. Poi Putin ha detto che non ha nulla contro il popolo ucraino, e forse questa è stata la parte più oltraggiosa. La risposta più adatta alle parole di Putin l'ha data Zelensky durante la conferenza stampa assieme a Giorgia Meloni, con tono sprezzante. Non ho ascoltato il discorso, ha detto Zelensky, ma comunque, mentre Putin parlava, il suo esercito ha bombardato, come fa tutti i giorni, la città di Kherson. Sei civili morti e 12 feriti, colpiti un mercato, un asilo e una stazione di bus. Più confortante invece ascoltare Biden replicare a Putin e accogliere Giorgia Meloni. Da che parte stare l'Ucraina lo ha probabilmente deciso nel 2014 con Piazza Maidan. Ma l'invasione del 24 febbraio dell'anno scorso l'ha spinta verso l'Europa a passi molto più veloci.