Infanzia rubata. Questo è il regalo della invasione russa a una generazione di bambini ucraini. Basta un giro, in uno qualsiasi dei villaggi occupati durante la guerra per rendersene conto. Ovunque si immagini che non si dovrebbero vedere, come quelle di questi bambini che entrano nel retro dell' ex caserma di polizia nonostante il segnale di pericolo mine. Il cortile è diventato un deposito per le armi usate in battaglia e per le mine inesplose tra voragini e carcasse di case. I bambini si aggirano incuriositi e inconsapevoli del pericolo finché non li mandiamo via. Del resto, i ragazzi, a scuola, non possono proprio andare. Nella migliore delle ipotesi, sono chiuse, nella maggior parte dei casi, assomigliano a questa, diventata per mesi il posto di comando dell'esercito russo. Non ha più una finestra intatta, è circondata da sacchi di sabbia e trincee. Il Playground è disseminato di detriti. La scuola non è ancora bonificata e potrebbero esserci trappole e mine ovunque. Quello delle mine è il rischio maggiore nelle aree liberate. Dove vengono identificate, i militari provano a segnalarle. Squadre di sminatori sono al lavoro di continuo ma il compito è immane. L'Ucraina è diventata, in breve tempo, il paese del mondo più infestato dalle mine. E questi, come quelli sui bimbi e i ragazzi, sono i danni di lungo corso che anche la fine della guerra di certo non risolverà. Ce lo spiega questa mamma tra le lacrime. La guerra e le bombe entrano nella mente di chi le ha subite; come sono già entrate nei giochi di questi bambini che, invece di inseguire un pallone, si fingono militari ed inscenano un posto di blocco con tanto di cavallo di frisia in legno. Lo hanno visto fare agli adulti: ci fermiamo al loro stop e stiamo al loro gioco, ma ci chiediamo anche che infanzia sia quella di questi bambini cresciuti tra bombardamenti, carri armati, missili e campi minati.