Migliaia di persone sugli spalti, fuochi d'artificio, sorrisi smaglianti, star della musica: sembra la cerimonia per il Superbowl e invece siamo a Mosca. La Russia in guerra, Putin che non ha ottenuto la vittoria schiacciante e lampo che voleva, Putin che inizia scricchiolare, Putin il re della propaganda, ha messo in piedi tutto questo per l'ottavo anniversario dell'annessione della Crimea alla Russia. Il sospetto è che tutte queste persone siano state pagate o siano troppo terrorizzate per dire, no. In Ucraina si accumulano i corpi dei civili, qui in Russia si canta, si balla, si fanno i fuochi d'artificio. Putin mostra sicurezza, il messaggio è chiaro. Quest'ostentazione di serenità e felicità, fa parte della narrazione della sua superiorità e di una guerra fatta solo, per come ripete ormai da settimane, denazificare l'Ucraina. il teatro di Mariupol, con l'enorme scritta in cirillico "bambini" bombardato, i milioni di profughi, i morti, i feriti ucraini, ma anche russi che scappano perché contrari alla guerra: tutto questo deve essere silenziato. E dove non si riesce con gli arresti e le sparizioni, si deve intervenire con la propaganda. E così, ecco che l'operazione in Ucraina, serve per evitare un genocidio: ma è Putin a dirlo. Bandiere e sorrisi, pellicce. Sorrisi, gioielli. Sorrisi e ancora sorrisi. Ogni immagine rimanda a grandezza e serenità. Tutto finto, ribattono in molti. E lui, Putin, annunciato, atteso, acclamato: compare. Una macchina ben costruita, con immagini, musica e pause, ma anche, evidentemente, qualche errore, come quando Putin viene interrotto. E poi inizia il suo discorso e ... "Attueremo tutti i nostri piani"... Ecco.























