Mille giorni di guerra, quasi tre anni. Il Parlamento Europeo ha fissato una riunione straordinaria il 19 novembre per celebrare il coraggio del popolo ucraino e per testimoniare come l'Europa resti al fianco di Kiev. Belle parole, ma intanto sui cieli del Paese continuano a piovere selve di missili e di droni. Nella notte c'è stato un altro attacco combinato da parte della Russia contro le città ucraine, con 90 droni e diversi missili, tutti intercettati, e con la capitale Kiev tornata sotto attacco dopo 73 giorni. In generale negli ultimi mesi gli attacchi dei droni russi sono enormemente aumentati. A ottobre i droni lanciati dalla Russia sono stati oltre 2.000, contro i 1.400 a settembre e 800 ad agosto, mentre nei tre mesi compresi tra maggio, giugno e luglio erano stati in tutto 1.100. Un aumento esponenziale che mette sempre più in difficoltà le difese ucraine, anche perché i russi hanno anche cominciato a lanciare droni fake, senza esplosivo, per costringere gli ucraini a sprecare le munizioni. Sono attacchi continui, quelli dei droni, che hanno spesso per oggetto infrastrutture militari, ma il cui effetto è di demoralizzare la popolazione, costretta ancora dopo tre anni, a guardare continuamente le app che segnalano gli allarmi antiaerei. Questo mentre sul fronte gli ucraini arretrano ormai da mesi su tutta la linea e adesso nella regione russa occupata del Kursk devono affrontare anche le truppe nordcoreane. Intanto a Bruxelles il Segretario della NATO incontra Blinken, Segretario di Stato uscente degli Stati Uniti, che ribadisce come il Presidente Biden farà di tutto prima del 20 gennaio per consegnare i pacchetti di aiuti militari già approvati, ma in forte ritardo. Zelensky continua a ripetere che le consegne delle armi sono decisive, perché avvicinano la fine della guerra, in una dottrina che mira a ottenere la pace attraverso la forza. Una dottrina che con l'imminente arrivo di Trump alla Casa Bianca sembra essere messa sempre più in discussione, a meno che l'Europa, oltre alle riunioni plenarie, non decida di sostituire gli Stati Uniti come fornitore principale di armamenti a Kiev.