Un fallimento. Le aspettative non erano altissime, nonostante per la prima volta dall'inizio del conflitto, l'incontro in Turchia prevedesse due rappresentanti di alto livello: i Ministri degli Esteri di Russia e Ucraina, contrariamento a quel che era avvenuto nei precedenti round negoziali a Brest, in Bielorussia. E invece, i due hanno solo rappresentato plasticamente l'impossibilità del dialogo. "Usano anche i vari reparti dei volontari e anche difesa territoriale, li usano come scudo, come scudo vivo". "Un cessate il fuoco di 24 ore per risolvere la maggior parte delle questioni urgenti dal punto di vista umanitario. Non abbiamo fatto progressi su questo". Quindi nessun corridoio umanitario, nessuna tregua di 24 ore per permettere l'evacuazione dei civili, nessuna intesa. Lavrov ha ribadito che l'unica sede negoziale è la Bielorussia, e che l'incontro con Kuleba era in buona sostanza solo un primo approccio. La controparte ucraina ha ribadito la sua volontà a un nuovo incontro, anche se, ha aggiunto, Lavrov non ha il potere di fare accordi. Con un tempismo perfetto, Kamala Harris in visita a Varsavia, faceva una conferenza stampa in compagnia del Presidente polacco Duda. Una visita di cortesia, ma velata di polemica, una polemica scatenata dall'annuncio polacco di voler fornire i Mig all'aviazione ucraina, una proposta che il Pentagono aveva definito insostenibile. Kamala Harris non è arrivata però in Polonia solo a rimette in riga l'esecutivo di Varsavia, condividendo la preoccupazione per quel che accade al confine, ha annunciato l'arrivo di due batterie antimissile Patriot e di 5 mila soldati aggiuntivi, oltre al sostegno economico per la crisi dei rifugiati che ha riversato nel Paese ad oggi, oltre un milione e mezzo di persone. La guerra di dichiarazioni però non finiva qui, nel pomeriggio in un intervento con il Governo mandato in onda dalla TV pubblica, il Presidente russo Vladimir Putin, chiariva la posizione: irremovibile, pronta a replicare a tutte le accuse rivolte dall'Occidente, responsabile a suo dire, della crisi economica in cui sta precipitando per le sue scelte sbagliate e a causa di sanzioni illegittime. Insomma, una giornata di pochi sì e troppi no, che pesano come macigni sul futuro dell'Ucraina.























