Si indaga in queste ore sul possibile uso di armi chimiche a Mariupol e anche nella regione di Zaporizhzhia. Notizie di fonte ucraina, secondo cui le forze di Mosca potrebbero aver usato munizioni al fosforo. Circostanza negata dal portavoce delle milizie separatiste del Donetsk. Ma è un'accusa che incrocia quella del comandante del reggimento Azov, che parla di una sostanza velenosa sconosciuta, lanciata da un drone russo sui civili. Se fosse vero si tratterebbe di una violazione delle convenzioni sulle armi chimiche, di cui anche la Russia fa parte, e di un crimine di guerra. Al momento però non c'è alcuna conferma. Proprio da Mariupol la notizia di un reparto di marines della 36a Brigata che sarebbe riuscito a rompere l'assedio delle forze russe e a connettersi con il reggimento Azov, a sua volta accerchiato nell'area del porto. L'agonia di Mariupol e l'assedio sulla fascia costiera continuano. Supporto alle truppe di Mosca arriva anche dal Mar Nero e dal Mar d'Azov, dove gruppi navali russi continuano a muoversi per isolare l'area. La grande battaglia per il Donbass sta per cominciare. Una lunga colonna di veicoli delle forze russe, probabilmente equipaggiamento di supporto, è stata localizzata nell'area di Rostov, in Russia, diretta verso la regione delle autoproclamate repubbliche separatiste. Kiev si aspetta nei prossimi giorni l'assalto finale di Mosca per prendere il controllo totale delle due oblast. A Bucha, intanto, nella regione della capitale si contano le vittime dell'occupazione russa e si cercano ancora dispersi. Il sindaco fa sapere che sono oltre 400 i corpi trovati finora. Altre 6 vittime in un seminterrato poco fuori Kiev. Per l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite sono già quasi 1.900 i civili uccisi in questa guerra. Ma il bilancio reale potrebbe essere ben più grave.























