La battaglia per Severodonetsk prosegue con continui capovolgimenti di fronte e notizie contraddittorie. Da un lato le forze ucraine sono riuscite a contenere l'avanzata via terra da parte dei russi. Le sorti dello scontro sono tali da spingere il Capo militare regionale del Lugansk, Sergey Gaidai, a dichiarare che con le armi occidentali la città sarebbe completamente ripulita nel giro di 72 ore. E le armi occidentali e soprattutto americane arrivano. La notizia trova tra l'altro la conferma indiretta nell'intensificarsi dei raid aerei da parte della federazione. Dall'altro lato la stessa Ucraina ammette che gran parte della città è sotto il controllo di Mosca. Quel che è certo è che ora la minaccia principale arriva dal continuo martellamento via aria della Russia. Nella notte ha bersagliato Severodonetsk colpendo la fabbrica chimica Azot, dove si produce dall'altro ammoniaca. Non si ha ancora un bilancio preciso dell'attacco, ma Gaidai ha spiegato che nella struttura oltre a 200 dipendenti si trovano 600 residenti e 800 rifugiati ed è impossibile evacuarli proprio per i continui raid aerei. Ma la guerra prosegue anche in altre aree, almeno tre persone sono rimaste uccise dai bombardamenti compiuti nella scorsa notte delle forze russe nella regione nord orientale ucraina di Charkiv. Secondo i report dei servizi britannici anche nelle ultime 48 ore il gruppo orientale delle forze russe ha aumentato i propri sforzi per avanzare a sud di Izjum sempre nell'est. La Russia, sostiene l'intelligence britannica, cerca di riguadagnare slancio in quest'area per esercitare ulteriore pressione su Severodonetsk e avere la possibilità di avanzare più profondità nel oblast di Donetsk. Ora resta da capire se la città sarà in grado di resistere alla pioggia di fuoco che si sta abbattendo su di lei. Il Presidente Zelenski, nel suo consueto comunicato notturno, ha espresso preoccupazione sulla possibilità di un negoziato e ha lanciato l'allarme sul blocco delle esportazioni di grano. Potrebbe avere conseguenze su milioni di persone.