Un veicolo corazzato Iveco fabbricato in Italia distrutto in Ucraina. Con queste immagini l'Ambasciata russa in Italia torna ad attaccare, dalla propria pagina Facebook, il nostro Paese per le forniture militari all'Ucraina, facendo notare come il destino di questi armamenti sia segnato, e cioè la distruzione. Non è la prima volta. Solo poche ore prima aveva fatto vedere i missili anticarro Milan catturati al nemico e ora usati per combattere quelli che chiamano neonazisti ucraini. Mentre 10 giorni fa era stata la volta delle mine italiane disinnescate, a quanto dice l'Ambasciata, nell'estate scorsa in Ucraina ed esposte a Mosca. Che i rapporti Italo-Russi si siano rapidamente deteriorati all'indomani dell'invasione del 24 di febbraio non è un mistero, così come non lo è il fatto che l'Italia stia inviando fin dalle prime settimane aiuti militari all'Ucraina, senza peraltro specificare mai di quali armamenti si tratti. Che vadano distrutti è possibile così come che vengano catturati dal nemico. L'operazione dell'Ambasciata russa è una chiara operazione di propaganda, volta a cercare di sfilacciare il consenso all'invio degli armamenti nei Paesi alleati con l'Ucraina, dopo tanti mesi di guerra. Un'operazione sistematica che non avviene solo in Italia e che, per quanto possa sembrare marginale, consente comunque alla narrazione del Cremlino, largamente basata su falsità storiche e fattuali, di avere una certa visibilità sui social media è sui media più tradizionali di Paesi considerati ormai ostili come il nostro.