La colpa è di Mosca che ha bloccato le forniture elettriche Energodar, la città che ospita la centrale nucleare di Zaporizhia, è l'accusa di Kiev. No, ribatte il Governo filorusso della Regione; sono stati gli ucraini a decidere unilateralmente di non ricevere l'energia. Ma, se è difficile credere alla versione gradita a Mosca, non ci sono dubbi sulla fondatezza dell'allarme lanciato dall'AIEA che ha invitato a smettere di bombardare l'area e di riprendere la fornitura. Un comportamento totalmente inaccettabile ha accusato il direttore dell'agenzia ONU Rafael Mariano Grossi. Intanto, proseguono gli sconti nel resto del paese e c'è da segnalare che l'accelerazione improvvisa dell'offensiva ucraina ha colto di sorpresa Mosca. In un momento di stallo complessivo che si sarebbe potuto riassumere nella formula "niente di nuovo sul fronte orientale" con le truppe impantanate in un'estenuante guerra di posizione, Kiev ha deciso di sferrare un attacco improvviso e violento. Come confermato dai report di intelligence britannica, i più attendibili sul campo, la controffensiva ucraina lanciata il 6 settembre nella regione di Kharkiv, a nord-est, ha costretto ad un ripiegamento delle forze russe. E tutto questo, mentre prosegue la controffensiva nella regione di Kherson a sud. E la conseguenza è che il fronte difensivo russo è sotto pressione sia sul fianco settentrionale sia su quello meridionale. Ad aggravare il quadro, per Mosca, è il fatto che le unità ucraine, adesso, minacciano la città di Kupiansk la cui cattura sarebbe un duro colpo per la Russia, perché si trova lungo i percorsi di rifornimento della linea del Fronte del Donbass. A conferma della difficoltà delle truppe di Mosca, la notizia dell'invio di 1300 soldati ceceni nella regione di Kherson, nell'Ucraina meridionale. I soldati, noti per la loro brutalità, sono stati mandati a sostenere le truppe di Mosca nelle zone occupate della regione, che non riescono a contenere gli attacchi ucraini.























