"Siamo pronti a incontrarci e io tra l'altro l'ho detto io sono pronto a incontrare chiunque, incluso Zelensky". A sentirlo sembra quasi vero, ma in realtà non lo è. Vladimir Putin ha detto di essere pronto per incontrare e per avere colloqui con chiunque, anche con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ma solo nella fase finale dei negoziati per porre fine al conflitto e comunque spiega Putin, la firma finale deve venire da un'autorità legittima, cioè Putin, come al solito è tornato sulla questione dell'illegittimità di Zelensky, il cui mandato sarebbe scaduto e poco importa che le nuove elezioni siano vietate dalla legge marziale. Il Cremlino a parole come sempre ribadisce di volere la pace e possibilmente per via diplomata. In pratica poi da settimane porta avanti i peggiori bombardamenti dall'inizio della guerra. A chiosare come sempre il reale significato delle parole del presidente e il portavoce del Cremlino Peskov. L'Ucraina dovrà certamente capire che la situazione è cambiata rispetto a tre anni fa, dovrà comprendere la realtà e accettarla, ricordando poi che tutte queste nuove realtà sono contenute nel memorandum consegnato dai russi agli ucraini, nel corso dell'ultimo incontro a Istanbul. Un memorandum che ripete per filo e per segno tutte le richieste russe, dalla denazificazione alla protezione dei russofoni e che per Kiev è piuttosto un ultimatum, che mira alla capitolazione totale dell'Ucraina.