La centrale di Zaporizhzhia è stata ricollegata alla rete elettrica ucraina. E' il segnale di un tentativo di ritorno alla normalità ma anche l'attenuarsi di un allarme che aveva tenuto col fiato sospeso l'Aiea e la comunità internazionale. Questo non significa che dal campo giungano segnali di pacificazione, tutt'altro, la guerra sembra volgere a favore di Kiev ma gli scontri proseguono e arrivano a coinvolgere perfino il cardinale Krajewski, elemosiniere del Papa in visita nell'area a ridosso della centrale nucleare, costretto alla fuga perché bersagliato dal fuoco russo. L'ennesimo episodio che mette in cattiva luce Mosca, già in difficoltà sulla scena internazionale. Il presidente americano Biden ne approfitta per lanciare l'ultimatum a Mosca. Non usate le armi atomiche o chimiche o comunque non convenzionali. E la difficoltà russa è data dalla risposta del portavoce del Cremlino che s'è limitato a una replica formale. Dmitrij Peskov ha infatti ripetuto un po' meccanicamente che in caso di aggressione contro la federazione che mette a repentaglio l'esistenza ma anche la sovranità e l'integrità dello stato, la Russia può fare ricorso a questo tipo di armamenti. Insomma né sì né no, anche perché sul fronte diplomatico la Russia non sembra potersi permettere risposte arroganti. Non è isolata questo no ma non è neanche in ascesa. La scoperta di fosse comuni nelle zone liberate dagli ucraini hanno dimostrato come la canaglia russa abbia infierito sulla popolazione civile. 400 corpi sono stati riesumanti a Izyum rivelando segni di torture e i corpi di molti bambini. Volodymyr Zelensky ha ricordato la strage di Bucha e annunciato che gli investigatori hanno trovato camere di tortura in cui sono stati seviziati civili tra cui un gruppo di studenti stranieri. Insomma anche la Cina all'indomani del vertice di Samarcanda, cui Putin puntava molto per rilanciare l'alleanza asiatica in funzione anti Nato, ha sposato una posizione molto cauta, auspicando la fine delle ostilità. Sulla stessa linea il turco Erdogan che ha chiesto l'apertura dei corridoi anche per le merci russe mentre l'indiano Modi ha ribadito che ora è il tempo della pace. Insomma nessun appoggio ufficiale, anche perché dal campo non emergono solo gli orrori degli occupanti russi ma anche le notizie di altre vittime civili dei bombardamenti indiscriminati da parte dell'armata, ultima in ordine di tempo, la morte di una bimba di 11 anni vicino a Kharkiv.























