Più che un rimpasto sembra una vera epurazione, la lista dei dirigenti statali ucraini che hanno rassegnato le dimissioni o sono stati licenziati è sempre più lunga. Oltre a quattro viceministri, si sono aggiunti cinque governatori regionali. È il risultato di un'inchiesta su un presunto giro di corruzione dell'esercito che, nella notte, il Presidente Zelensky aveva anticipato. Mentre il conflitto imperversa e mentre si attende la nuova devastante offensiva russa, sempre più probabile in primavera, Zelensky si trova ad affrontare un doloroso rimescolamento di carte. Dopo la morte di uno dei suoi più fedeli alleati il Ministro dell'interno morto in un misterioso incidente di elicottero. D'altronde questa è solo l'ultima di una serie di sfide che deve affrontare sul tavolo dei dossier. Pressante si pone la questione della fornitura di carri armati, necessari per fronteggiare una nuova massiccia offensiva e tiene banco, dopo il via libera britannico e finlandese, la questione Germania: alla richiesta di una fornitura di carri armati Leopard 2 il cancelliere Scholtz per ora ha preso tempo, ma la sua posizione sembra stia inesorabilmente scivolando verso il sì. Il neo Ministro della Difesa Boris Pistorius ha ribadito che, nell'attesa di una decisione, i paesi partner dell'Alleanza Atlantica che hanno già i tank Leopard possono già addestrare i militari ucraini al loro utilizzo in battaglia. Tra i via libera più probabile quello alla Polonia, che ha presentato richiesta di mandare i propri panzer a Kiev. E del resto il segretario della NATO Jens Stoltenberg ha ribadito come sia fiducioso in una rapida soluzione. Anche il Cremlino, attraverso il suo portavoce Dmitry Peskov, si è rivolto a Berlino, avvertendola che un eventuale fornitura all'Ucraina comprometterebbe le relazioni già molto deteriorate tra i due paesi.