Le parole sono importanti sempre, in ambito diplomatico e soprattutto con un conflitto in corso, diventano fondamentali perché potenzialmente pericolose come armi. Per questo quelle pronunciate durante il suo ultimo giorno a Varsavia dal Presidente degli Stati Uniti non sono piaciuti a molti. Joe Biden, nel giro di poche ore, ha definito Vladimir Putin un macellaio, un dittatore e infine, in un passaggio del discorso pronunciato a braccio e non concordato col suo staff stando al Washington Post, una persona che non può stare al potere. Dichiarazioni che hanno costretto prima la Casa Bianca e poi il Segretario di Stato Anthony Blinken, impegnato in un viaggio in Medio Oriente, ad ammorbidire i toni. Sulla stessa linea di Blinken anche l'Alto Rappresentante dell'Unione Europea Joseph Borrell. Chi invece sembra prendere maggiormente alle distanze sono i due Paesi, che più degli altri, stanno faticosamente portando avanti dei tentativi di mediazione, la Francia e la Turchia. Il Presidente francese Macron ha chiesto di evitare un'escalation sia di azioni sia di parole, non avrei utilizzato la parola macellaio, ha aggiunto, per definire Putin. Il portavoce del Presidente turco Erdogan, invece ha detto che non bisogna bruciare i ponti con i russi se tutti lo fanno, si è chiesto, chi parlerà con loro a fine giornata. Una domanda di difficile risposta ma con una certezza. Proprio in Turchia, a partire dalle prossime ore fino a mercoledì, ci sarà un nuovo round di colloqui tra Russia e Ucraina con le due delegazioni, di nuovo faccia a faccia, seduti attorno a un tavolo.