Mentre le armi parlano in territorio ucraino, in Russia, il Ministero delle Comunicazioni, ingaggia una guerra senza esclusione di colpi contro la narrazione non allineata del conflitto. È una stretta implacabile quella di Roskomnadzor sul controllo delle informazioni che circolano relativamente all'Ucraina su siti, social e su alcune pagine dei media ufficiali. Nessuno è risparmiato dal blocco delle notizie, anche la Pravda, sulla guerra in Ucraina. Il Servizio Federale per la Supervisione delle Comunicazioni, dell'Informatica e delle Comunicazioni di massa russo solo nelle ultime ore ha bloccato 55 tra siti e pagine di riviste, TV, giornali e blog. Così sono stati oscurati oltre ai siti riconosciuti come centri dell'opposizione anche le pubblicazioni dell'Ukraine Interfax, il Korrespondent Magazine e l'Ukrainska Pravda ritenute inopportune in contesto di guerra. Mentre sono poco meno di 6 mila le persone arrestate in 67 città della Russia in attesa di processo per direttissima. Sono stati fermati durante le mobilitazioni contro il conflitto. Per tutti l'accusa è di partecipazione a manifestazioni non autorizzate. Rischiano multe da 2 mila a 300 mila rubli, cioè da 20 a quasi €90 mila e fino a 30 giorni di detenzione. Arresti e identificazioni anche per chi porta fiori davanti all'Ambasciata ucraina a Mosca. Sempre nella capitale il conducente di un furgone è stato arrestato solo perché sulla portiera del suo mezzo c'era la scritta "Alzati! Questa è una guerra!". E così chi è contrario si mobilita in gruppi più sicuri e si sposta su Telegram, Instagram e altri social lontani dal mainstream.























