Le testimonianze di chi è sopravvissuto all'attacco di Kremenchuk sono un coro unanime, il centro commerciale era un luogo occupato da civili, senza alcuna funzione militare. Del resto la stessa Kremenchuk non ha alcuna rilevanza strategica ne logistica. E' medio piccola sul fiume Dnipro, lontana dal fronte orientale del Donbass. Nella versione del Presidente Volodymyr Zelensky e della NATO, l'attacco russo è un crimine di guerra con l'obiettivo di mandare un segnale al G7 in corso e di spaventare la popolazione. Un obiettivo quest'ultimo, raggiunto come confermato dal racconto di altri sopravvissuti. La Russia, attraverso il Ministero della Difesa ha dato la sua versione dei fatti. L'obbiettivo del raid non sarebbe stato il centro commerciale, bensì un deposito di munizioni e di armi forniti all'Occidente, la cui esplosione avrebbe innescato un incendio che si sarebbe propagato alla struttura adiacente. Qualche dubbio sulla versione ucraina, c'è, come rileva il Washington Post, il centro commerciale infatti sarebbe stato di proprietà di un magnate filorusso quindi, sarebbe stato chiuso. Forse non era operativo al 100% ma di sicuro non era una struttura militare. Altrettanto sicuramente c'erano dei civili. Quanto a deposito di munizioni, difficile capire ora se ci fosse davvero. Intanto, sul posto i soccorritori, più di 1000, continuano a lavorare. Impossibile dire quanta gente sia ancora intrappolata sotto le macerie.