Guerra in Ucraina, scatta la censura sui media russi

Ultima per ora in ordine di tempo la di BBC che ha annunciato la sospensione della sua attività da Mosca. In un comunicato il direttore generale della testata Tim Davie ha spiegato che la BBC News service in Russia continuerà ad operare fuori dal Paese, la sicurezza del nostro staff, ha concluso, è la nostra priorità e non siamo pronti esporlo ai rischi criminali ai quali potrebbe essere esposti facendo il loro lavoro. I rischi di cui parla Davie sono concreti: la prigione fino a 15 anni per chi diffonda fake news sul conflitto in Ucraina, conflitto anzi operazione militare, non guerra e men che meno invasione. Tutte parole che se pronunciate o scritte portano all'arresto sulla base del nuovo codice penale emanato proprio in questi giorni per controllare, ancora di più, quel che resta della stampa indipendente in Russia. E così si sono spente le ultime eroiche voci critiche. Roskomnadzor l'autorità di controllo ha già scritto a dieci organi di informazione minacciando sanzioni e ribadendo il divieto di utilizzare la parola invasione. Bloccato inoltre il canale d'opposizione TV Rain mentre la radio indipendente Eco di Mosca ha annunciato la propria chiusura. Censura anche per i social, sempre Roskomnadzor ha comunicato il blocco dell'accesso a Facebook, sono stati registrati 26 casi di discriminazione contro i media russi e le risorse informative da parte di Facebook. Nei giorni scorsi il social network ha limitato l'accesso degli account al canale televisivo Zvezda, l'agenzia di stampa Ria Novosti, Sputnik, Russia Today, Lenta.ru e Gazeta.ru, ha spiegato l'agenzia russa che ha poi notificato anche il blocco di Twitter, insomma il bavaglio, il risultato però è che ora la Federazione russa ha aumentato il suo isolamento internazionale, le conseguenze sono imprevedibili. Ci sono i precedenti di Cina e Corea del Nord certo ma non sono lusinghieri e relegano definitivamente Mosca al livello dei paria internazionali.