Appena trovato un accordo sulla fornitura di carri armati, si apre la questione caccia F-16. L'Ucraina è alla disperata ricerca di armamenti sempre più efficaci e potenti per contrastare un'offensiva russa che sembra aumentare di intensità e potenza. Ottenuta la promessa di ricevere addestramento e poi i tank Leopard tedeschi e Abrams americani per rafforzarsi via terra, ora Kiev chiede un salto di qualità anche per contendere alla Russia il dominio del cielo. Di qui il bisogno espresso di ottenere forniture di missili a lunga gittata e cacciabombardieri di fabbricazione americana F-16, più potenti dei MiG-29 ora in possesso dell'aviazione ucraina. I Paesi baltici spingono affinché venga fornito tutto il necessario, e così la Polonia, che ha alzato al 4% del suo PIL la spesa in armamenti. Gli Stati Uniti, una volta contrari, sembrano prendere tempo. Il Pentagono non esclude una scelta in senso positivo, mentre il Cancelliere tedesco Scholz, che ha appena dato un sofferto via libera ai suoi Leopard, si mostra contrario. La paura della Germania e di molti altri, è che una corsa alla fornitura d'armi, possa innescare un'escalation incontrollabile. Quella di Polonia e di Paesi baltici è invece che, senza tutte le armi a disposizione dell'Occidente, l'Ucraina possa perdere in una guerra lunga e sanguinosa. Il tutto, mentre Mosca ammonisce l'Occidente e la NATO a smettere di incoraggiare l'Ucraina ad accumulare ulteriori armamenti.