Ho preso una decisione: queste le parole di Donald Trump sull'invio di missili Tomahawk in Ucraina, i missili subsonici chiesti da Zelensky con una gittata fino a 2.500 chilometri. Il presidente americano non ha fornito dettagli ma ha aggiunto che vorrebbe porre alcune domande agli ucraini su come intendono usare i missili per evitare una escalation, la parola passepartout di questa guerra che è un modo per dire tutto e niente. Intanto sull'Ucraina è stata un'intensa notte di bombardamenti, l'ennesima. Missili e droni hanno preso di mira in particolare Poltava, città a sud-est di Kiev, lontana dal fronte, dove sono stati colpiti un impianto energetico, un edificio amministrativo, magazzini e materiale rotabile ferroviario. A Cherson, dove solo il fiume Dnipro divide i combattenti, una persona è stata uccisa da un drone e 18 sono rimaste ferite. Una massiccia nuova ondata di attacchi russi ha toccato anche la regione di Zaporižžja, mentre l'AIEA, l'Autorità Internazionale per l'Energia Atomica, denuncia che un'esplosione si è verificata a 1,2 chilometri dalla centrale nucleare, sotto controllo russo. E il governo ucraino torna a lanciare l'allarme per i rischi legati alla disconnessione della centrale dal sistema elettrico e a questi bombardamenti che per Kiev sarebbero una provocazione russa. Il Cremlino ha già risposto nei giorni scorsi che si tratta di accuse insensate, visto che le forze russe controllano la centrale dal 2022.























