Amico incrollabile degli Stati Uniti, ma anche della Russia, tanto da non approvare mai le sanzioni economiche contro Mosca, nemico dell'Iran sì, ma pronto anche a siglare accordi per sedare la tensione con Teheran grazie ai buoni uffici di Pechino con cui ha ovviamente eccellenti relazioni. Se ci si chiede perché l' assolata Riad quasi a contrasto col gelo russo-ucraino ospiti colloqui tra Mosca e Washington, in gran parte la risposta è questa: l'Arabia Saudita mette d'accordo tutti questi attori. Eppure ci sarebbero eccellenti e solidi motivi per essere cauti, anche tralasciando i legami pericolosi col jihadismo di cui è stata in passato tra i principali sponsor, i diritti delle donne pressoché inesistenti e dei lavoratori stranieri, o la disinvoltura con cui il principe ereditario Mohammed Bin Salman è salito de facto alla guida del regno, incarcerando tutti gli oppositori. C'è il caso Jamal Khashoggi, che avrebbe dovuto relegare il regno dei Saud al tavolo degli impresentabili. E invece, di fronte all'infinita disponibilità politica ed economica di Riad, la comunità internazionale ha superato anche la brutale uccisione di un giornalista dentro il consolato saudita di Istanbul. Quindi, più che il perché evidente, forse vale la pena di chiedersi come MBS ci sia riuscito. Innanzitutto, fin dalla prima presidenza Trump, facilitando gli accordi di Abramo, cioè la normalizzazione con Israele di gran parte dei Paesi del Golfo. Processo che avrebbe dovuto coinvolgere anche Riad, ma interrotto dal 7 ottobre e la guerra di Gaza. Un filo che si può ricucire, anche se la questione palestinese rappresenta un ostacolo non da poco. E il problema è di immagine più che di sostanza. Il Regno non ha alcuna simpatia per il gruppo palestinese che controlla Gaza. Tanto più che il movimento e i suoi alleati si sono stretti a Teheran. Hamas è una costola dei Fratelli Musulmani, nemici acerrimi per Riad. L'opinione pubblica araba, però, sul punto non ammette compromessi. Perciò per ora MBS lavora al fianco di Washington per rasserenare i rapporti con Mosca, suo collega dell'OPEC Plus, e già a pensarci bene, Usa, Russia e Arabia Saudita hanno molto in comune. Sono i leader delle energie fossili. .