Per le strade di Mariupol. Il secondo capitolo della risposta di Vladimir Putin al mandato di arresto internazionale per crimini di guerra è una visita a sorpresa, e a favore di telecamera, nella città martire di questa guerra, conquistata dalle truppe russe a maggio dopo un assedio lungo 3 mesi. Dopo la passeggiata a Sebastopoli e in Crimea per il XI° anniversario dell'annessione, dove ha anche inaugurato una scuola d'arte per bambini, il Presidente russo è arrivato a Mariupol in elicottero, ha guidato lui stesso l'auto per andare in centro, con accanto il Vicepremier Marat Khusnullin che gli spiegava come va avanti la costruzione della città. Poi si è fatto vedere in un condominio appena costruito, mostrando i progetti per i nuovi quartieri residenziali di una città, che durante l'assedio, ha visto distrutto il 90% dei propri edifici. Per le autorità ucraine, a Mariupol, potrebbero essere morti fino a 20mila civili, e la città ha visto fuggire 350mila dei suoi 500mila abitanti. Ma per i russi gli abitanti sono già di nuovo 300mila e lo sforzo principale adesso è assimilare la città e renderla completamente russa. Putin si è anche mostrato mentre chiacchierare in compagnia di semplici cittadini e mentre visitava uno dei nuovi appartamenti. Poi è andato in visita nella Sala della Filarmonica dove si è tenuto il processo per i difensori ucraini della fabbrica Azovstal, i protagonisti della battaglia più feroce. Non ha mostrato invece i resti del teatro bombardato proprio un anno fa e sotto al quale sarebbero morte centinaia di persone. Modi e tempi di questa visita sembrano essere uno spettacolo congegnato ad hoc sia per l'audience internazionale, a cui mostra sicurezza e un pugno saldo sui territori conquistati, sia soprattutto per l'audience interna, per scacciare i fantasmi di un'accusa, quella di essere un criminale di guerra e di averle portato i bambini, che è probabilmente più pesante di quanto la leadership russa sia disposta ad ammettere.