Cresce il timore, da parte del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ma anche degli Stati Uniti, del Regno Unito e del resto d'Europa, di un possibile uso di armi chimiche nel Donbass, lì, dove il Presidente russo Vladimir Putin, non vuole assolutamente perdere. "Il nostro obiettivo è aiutare le persone che vivono nel Donbass, che oggi sentono questo legame con la Russia e che per 8 anni sono state sottoposte a genocidio e occupazione da parte dell'Ucraina. Quindi abbiamo voluto riconoscere la loro indipendenza e questo, adesso, è il nostro scopo. E quindi le cose stanno così, l'Operazione va avanti secondo i piani." Dopo aver incontrato l'alleato di ferro, Aleksander Lukashenko, presidente della Bielorussia, Putin ha spiegato che il conflitto si è reso necessario per liberare l'Ucraina dai nazisti e garantire la sicurezza della Russia. Un Paese, ha detto Putin, tutt'altro che isolato. Russia e Bielorussia condividono la stessa patria, anche se sono due Stati diversi, gli ha fatto eco Lukashenko, garantendogli un appoggio incondizionato. Il Presidente ha bollato anche come falsi, i crimini di guerra che sarebbero stati compiuti a Bucha. Intanto Zelensky torna a strigliare gli alleati europei, l'assenza di un blocco totale delle importazioni europee di gas russo, mostrerebbe che non c'è una volontà comune in Europa di fermare l'invasione dell'Ucraina. Il Presidente tedesco, Frank-Walter Steinmeier, ha affermato di aver proposto una visita a Kiev, proposta rispedita al mittente.