La notizia, appena diffusa, ha l'effetto di uno schiaffo inaspettato: è la mattina del 7 ottobre e nel giro di pochi istanti viene confermata in tutta la sua gravità. Hamas, la formazione islamista che guida la Striscia di Gaza, ha lanciato un attacco multiplo oltre confine. Col passare delle ore emergono i dettagli, e sono raccapriccianti. Una volta superato il confine, migliaia di miliziani palestinesi si sono messi a caccia di israeliani. Senza distinzioni di età e sesso, hanno massacrato uomini, donne, bambini, anziani. In particolare scioccano i filmati del raid contro un rave di ragazzi vicino al Kibbutz di Nir Oz. Si vedono i palestinesi braccarli, trucidarli senza pietà. La risposta dello Stato ebraico non si fa attendere, ma c'è un freno all'impulso iniziale di scagliarsi con tutta la sua forza distruttiva: circa 250 persone sono state rapite da Hamas. Così, dopo il blocco totale e un'estenuante operazione via aria, il 26 ottobre inizia l'offensiva di terra. L'operazione Swords of Iron di Israele entra nel vivo, puntando con i suoi tank verso Gaza City, poi si dirige a Sud. Le operazioni sono però rallentate sia dalla presenza degli ostaggi, che dalla fitta rete di tunnel che percorrono l'intera enclave. Il pesantissimo tributo di vittime civili palestinesi, le immagini degli ospedali attaccati perché ritenuti rifugio dei miliziani di Hamas, lo sgombero dei malati, delle incubatrici bloccate per la mancanza di elettricità, cominciano a far vacillare l'iniziale ondata di solidarietà nei confronti di Israele. Il numero di civili uccisi nei raid, soprattutto minorenni, cresce col passare delle settimane così che si rinnovano gli appelli a una soluzione negoziale che, però, dopo un iniziale scambio di prigionieri in cambio di ostaggi, si arena. Oggi, a 4 mesi da quel giorno, la fotografia è tragica: sono oltre 25mila le vittime palestinesi, i sopravvissuti sono costretti in condizioni così estreme che l'ONU ha definito la Striscia inabitabile. La Comunità internazionale, USA inclusi, premono affinché la tregua venga rinnovata. Le trattative sono in corso, anche se Netanyahu ha chiarito che l'obiettivo di Israele non è cambiato: l'uccisione dei leader di Hamas. Solo a quel punto la guerra potrà considerarsi conclusa.