Continuano i raid dell'aviazione israeliana all'interno della Striscia di Gaza, che nelle ultime ore, secondo i dati del Ministero della Salute dell'enclave controllato dal gruppo Hamas, hanno causato la morte di decine di vittime, tra queste 6 membri di una famiglia. Madre, padre e i loro 4 figli sono morti dopo che un bombardamento israeliano ha colpito la loro abitazione a Gaza City, nel Nord della Striscia. Così come a Jabalia, sempre nella parte settentrionale dell'enclave, almeno 9 persone hanno perso la vita a causa di un raid che ha colpito quella che, per fonti palestinesi, era una stazione di polizia, mentre per l'esercito israeliano un centro di commando di Hamas e del Jihad Islamico. La linea del governo dello Stato ebraico rimane quella di continuare a combattere a Gaza fino al totale smantellamento del gruppo palestinese, come ribadito dal Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, durante la cerimonia di apertura del Giorno della Memoria allo Yad Vashem di Gerusalemme. Mentre il leader del Likud ha paragonato i miliziani di Hamas ai nazisti che hanno sterminato 6 milioni di ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale, decine di attivisti israeliani hanno denunciato la guerra a Gaza, chiedendo un cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi, ricordando che proprio dopo l'Olocausto bisogna lottare contro la deumanizzazione. Eppure, nonostante gli appelli della comunità internazionale e diversi tentativi diplomatici, un accordo per un cessate il fuoco a Gaza sembra ancora lontano. Qualcosa invece si muove sul fronte siriano. Secondo fonti statunitensi, il Presidente della Siria, Ahmad al-Shara, avrebbe mostrato una certa apertura verso gli Accordi di Abramo, ovvero la normalizzazione delle relazioni diplomatiche con Israele. Gli accordi voluti nel 2020 dal Presidente americano Donald Trump, durante il suo primo mandato alla Casa Bianca, hanno portato, ad oggi, Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Marocco e Sudan ad un'intesa di pace con Israele, segnando un processo di distensione regionale. .