A Gaza, un raid aereo israeliano ha ucciso il giornalista di Al Jazeera Anas al-Sharif e quattro colleghi, oltre a un giornalista freelance, mentre si trovavano in una tenda stampa nei pressi dell'Ospedale al-Shifa. L'esercito israeliano conferma l'assassinio mirato, accusando Al-Sharif di guidare una cellula di Hamas, ma non fornendo spiegazioni in merito all'uccisione degli altri cinque giornalisti, facendo intendere che la loro morte sia stata un danno collaterale. Le organizzazioni per la libertà di stampa contestano la mancanza di prove credibili dell'esercito contro il reporter e parlano di attacco deliberato contro la stampa, ricordando che dal 7 ottobre 2023 Israele ha ucciso almeno 179 giornalisti, secondo i dati della Commissione per la Protezione dei Giornalisti e che Al-Sharif era stato minacciato più volte dall'esercito israeliano nelle scorse settimane. L'ufficio ONU per i diritti umani ha definito l'uccisione di sei reporter in un singolo episodio, una "grave violazione del diritto internazionale umanitario". Al-Sharif, uno dei volti più noti del canale Al Jazeera, fino a qualche minuto prima della sua morte aveva documentato crescenti bombardamenti israeliani a Est e a Sud di Gaza City. Sul piano militare, il Capo di Stato Maggiore israeliano Eyal Zamir ha parlato di "nuova fase dei combattimenti" per la conquista di Gaza City, condotta con obiettivi chiari e attenzione agli ostaggi. Secondo fonti ufficiali, l'offensiva potrebbe iniziare tra settimane, lasciando spazio a un possibile cessate il fuoco in contrasto con le dichiarazioni del Premier israeliano Netanyahu, che prevede un avvio "rapido" per sconfiggere Hamas. Intanto un raid israeliano nel quartiere Zeitun di Gaza City ha ucciso nove palestinesi, tra cui sei bambini, secondo fonti locali. Sul fronte diplomatico, l'Australia riconoscerà lo Stato di Palestina il mese prossimo, unendosi a Francia, Regno Unito e Canada. La Nuova Zelanda deciderà a settembre. .























