Che fare? Di sicuro Biden non apprezzerà il parallelismo con l'interrogativo di Lenin ma altrettanto di sicuro il commander-in-chief statunitense dopo l'attacco alla base giordana che ha provocato tre morti e una trentina di feriti sa di dover fare qualcosa, e l'ha promesso chiaramente con una dichiarazione che mette in luce il dilemma. Vendicheremo l'attacco ma non vogliamo la guerra con l'Iran. E allora ecco qui che le opzioni sul tavolo sono molto limitate, certo non un attacco diretto sul suolo della Repubblica Islamica, le conseguenze sarebbero devastanti con un effetto domino che destabilizzerebbe l'intera area, dal Golfo Persico al Mediterraneo, anche perché Teheran, per ritorsione, lancerebbe i suoi missili su Israele e a quel punto sarebbe il caos, in un momento e in una area, che sembra già accelerare in modo irrefrenabile verso il tutti contro tutti. Del resto da un punto di vista formale l'Iran se ne è tirato fuori, chi ha compiuto l'attacco con i droni sono le formazioni sciite filo iraniane, certo e altrettanto certamente finanziate da Teheran ma gli Ayatollah hanno subito chiarito. Noi non c'entriamo. E sì, il Pentagono ha subito dichiarato di ritenere l'Iran responsabile, in quanto supporter della formazione Resistenza Islamica in Iraq che ha rivendicato l'attacco, poi però il consigliere della sicurezza nazionale John Kirby ha aggiunto fumoso, che la risposta americana sarà molto consequenziale e che il presidente sta valutando diverse opzioni, perciò niente attacchi diretti, più probabilmente mirati su alcune personalità di spicco ma non sul suolo iraniano, come per esempio il generale Qasem Soleimani che fu infatti ucciso in Iraq. Adesso però non è semplice. Per l'amministrazione Biden si tratta di un sentiero molto stretto, da un lato deve dimostrarsi muscolare, dall'altro cauta, confutare l'accusa trumpiana di essere troppo molle nella politica estera ma al tempo stesso razionale e quindi ecco che spunta il nuovo che fare, con la consapevolezza che qualunque risposta si vorrà dare all'Iran avrà conseguenze all'estero e nelle prossime elezioni USA.