L'obiettivo è quello di portarne almeno un centinaio in Italia. Con il primo volo dell'Aeronautica Militare dall'aeroporto egiziano di Al-Arish a sud della striscia di Gaza di bambini palestinesi ne sono intanto arrivati 11, cinque di questi ricoverati a Roma, 4 al Bambino Gesù, l'unico diciottenne del gruppo è al San Camillo, 3 al Meyer di Firenze e tre al Gaslini di Genova. "L'Italia lavora per da una parte spingere per liberare gli ostaggi, dall'altra per evitare che ci sia una carneficina tra la popolazione civile palestinese con l'obiettivo poi alla fine di arrivare a due popoli e due stati, non è facile però noi siamo abbastanza testardi." Le trattative per poter estrarre da Gaza e successivamente dall'Egitto i bimbi palestinesi sono state e restano complesse, a sbloccarle il viaggio di Tajani negli scorsi giorni a Gerusalemme ma i controlli soprattutto sui familiari che li accompagnano sono estenuanti da parte degli israeliani, e a lavorare sul campo l'Unità di Crisi della Farnesina ed il Comando di Vertice Interforze con il generale Figliuolo che però vede ancora distante la possibilità di un ospedale da campo direttamente nella striscia, come aveva chiesto di valutare il Ministro della Difesa Crosetto. "Credo che siamo stati gli unici occidentali che sono andati lì per verificare le condizioni di sicurezza poco prima di Natale e devo dire, queste condizioni non c'erano e non ci sono ancora." Intanto prosegue il ponte aereo dall'Egitto mentre nave Vulcano che ha terminato la missione tornerà in Italia il prossimo 5 febbraio con almeno altri 30 bambini palestinesi a bordo, e sullo status dei piccoli pazienti sfuggiti ad un conflitto che ha già ucciso oltre 10.000 loro coetanei, Tajani spiega. Il nostro obiettivo è salvare le vite umane. Queste sono vittime di guerra che ne subiscono le atrocità, sul loro status decideremo rispettando le loro volontà.