E ora Teheran che cosa farà? La domanda rimbalzava nell'immediato della crisi di Gaza quando le prime mosse della Repubblica Islamica si erano limitate al lancio di strali, a balbettii diplomatici secondo una logica e un refrein conosciuto con la condanna dell'entità sionista, Israele, e del Satana americano. È vero che Hezbollah aveva dato il via al lancio di missili dal Sud del Libano, con intensità variabile, ma è anche vero che apparivano come meccanismi automatici. Perfino i primi lanci di missili degli Houthi dallo Yemen immediatamente intercettati non sembravano essere in grado di impensierire più del dovuto. Col passare delle settimane però la strategia iraniana si è resa più chiara non attacchi diretti o almeno non solo e comunque non in grado di mettere in difficoltà Israele e l'Occidente bensì la riattivazione di diversi focolai sopiti o dormienti come il Belucistan appunto per sfiancare la coalizione occidentale. Il cosiddetto Asse della Resistenza cui aderiscono in gran parte formazioni finanziarie da Teheran che copre approssimativamente la Mezzaluna sciita che dal Libano passa attraverso l'Iraq e la penisola arabica e l'Asia Centrale ed ecco che allora gli Houthi trasformano il Golfo di Aden in una strettoia che soffoca i commerci mondiali che transitano per il Canale di Suez, mentre l'Occidente cerca di costruire una coalizione militare per riprendere il controllo di quelle acque gli Stati Uniti compiono raid contro postazione di lancio di missili. 14 sono stati colpiti in Yemen poco prima di essere lanciati, nel frattempo però l'Iran riaccendeva due fronti sopiti con raid in Siria nel Kurdistan iracheno poco prima di quelli in Pakistan. Hezbollah, il partito di Dio libanese aumenta l'escalation con Israele con il lancio di missili verso postazioni militari nella Galilea, rendendo necessaria l'evacuazione di parte del Nord di Israele. Come se non bastasse sebbene in ginocchio Hamas continua a Gaza ad impegnare l'esercito israeliano nell'avanzata rallentandola e alzando comunque il bilancio delle vittime di Zahal creando non pochi problemi nell'opinione pubblica dello stato ebraico. Insomma Teheran che si pensava paralizzata dalle tensioni interne ha messo in atto una strategia di logoramento cinica, spietata, certo ma non per questo meno efficace.