Ci sono storie che cercano uno spazio per essere raccontate, con urgenza. Persone che nella loro normalità si distinguono, come questa donna. Si chiama Zoya Cherkassky, è un'artista ucraino-israeliana, un mix che mai come adesso produce dolore. E il dolore, la violenza, sono nei suoi lavori. Basta guardare gli occhi, i volti, la paura, la rassegnazione di questa moderna Guernica perché proprio alla celebre opera di Pablo Picasso si stira, raccontando gli attacchi di Hamas del 7 ottobre nel sud di Israele. L'Ucraina, il medioriente, il filo rosso della guerra nei suoi lavori. Una donna dal difficile trascorso. Nata in Ucraina e immigrata con i suoi genitori in Israele quando aveva 14 anni nel '91. Due paesi in guerra, un unico imperativo, allontanare la figlia da tutto questo. Lo sottolinea con dolcezza. Lei ha paura gli allarmi, dei rumori della guerra. Ed è nato tutto questo, 12 dipinti di piccolo formato raffigurante scene del giorno degli attacchi di Hamas. Persone nascoste nei rifugi, madri che cercavano di tenere tranquilli i bambini, anziani prigionieri. Occhi sbarrati dei bambini che non capiscono, sguardo basso dell'uomo che invece ha tutto troppo chiaro. Il 7 ottobre di Cherkassky è ora in mostra al museo ebraico di New York. La storia di Zoya è mostrata ai visitatori del museo in silenzio, mentre racconta, miscela i colori, rivede i dettagli, delinea il tocco. È al sicuro con la figlia, ma nel tratto, nel colore, nel taglio di volti, mani e corpi c'è tutto. Dolore, paura, brutalità, orrore.