Una telefonata per ribadire la posizione degli Stati Uniti sulla creazione dello Stato palestinese per chiedere ad Israele di ridurre i danni sui civili a Gaza. Dopo 27 giorni di silenzio, in un colloquio telefonico durato 40 minuti, il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il premier israeliano Benjamin Netanyahu sono tornati a parlarsi dopo quasi un mese di gelo. Un messaggio chiaro che arriva da Wahinghton, due popoli due stati, per la pace, la sicurezza dopo che, anche in Europa l'alto rappresentante Joseph Borrell ha parlato nella comunità internazionale che dovrebbe imporre dall'esterno questa soluzione e del Governo Netanyahu come un impedimento ad una qualsiasi soluzione del conflitto. Difficoltà per il premier israeliano che arrivano dall'esterno ma non solo: Netanyahu affonda nei sondaggi ma il dissenso aumenta anche nel suo partito. Non aver saputo prevenire l'attacco di Hamas del 7 ottobre scorso, non essere in grado di mantenere la promessa fatta all'indomani dell'attentato di distruggere Hamas e far tornare tutti gli ostaggi a casa, sono alcune delle accuse nei confronti del premier. E mentre gli avversari auspicano un ritorno alle urne dopo oltre 100 giorni di guerra, l'esercito israeliano continua il suo attacco alla Striscia di Gaza. Lunedì, i ministri degli Esteri di Israele e Palestina saranno separatamente a Bruxelles al Consiglio Esteri dell'Unione Europea. Intanto, una delegazione di Hamas fa sapere di avere avuto consultazioni politiche con il Ministero degli Esteri russo su come raggiungere un cessate il fuoco e mettere fine all'aggressione contro i palestinesi. Prove di mediazione in un colloquio in cui è stata ribadita la richiesta di Mosca per il rapido rilascio dei civili in ostaggio, compresi tre cittadini russi.