Un nulla di fatto. La road map a firma dell'Amministrazione americana di Joe Biden, per una tregua tra Israele ed Hezbollah è naufragata. Lo ha reso noto il Presidente del Parlamento libanese Nabih Berri. Il rifiuto del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ad un cessate il fuoco preoccupa l'esecutivo di Najib Mikati perché, nonostante le trattative potrebbero riprendere dopo le elezioni americane del 5 novembre, il timore è che il Libano, dove non si placano i raid dell'aviazione israeliana, possa trasformarsi in una seconda Gaza. Una lingua di terra dove la situazione, per i capi delle agenzie umanitarie delle Nazioni Unite, è apocalittica. Da settimane l'offensiva dell'esercito israeliano nella parte settentrionale dell'enclave palestinese sta mettendo a rischio la popolazione di morire non solo di violenza, ma anche di fame e di malattie. L'appello dell'ONU ad Israele, dunque, è quello di cessare il suo assalto contro Gaza e gli operatori umanitari. Intanto lo Stato ebraico resta in stato di massima allerta per la potenziale risposta dell'Iran alla rappresaglia israeliana dello scorso 26 ottobre che avverrà, come dichiarato da Kamal Kharrazi, consigliere della Guida Suprema iraniana Ali Khamenei, nei modi e nei tempi più consoni alla Repubblica islamica. Secondo indiscrezioni del sito di notizie statunitense Axios, l'attacco da parte del regime di Teheran, potrebbe avvenire prima del voto americano e sarà brutale.