Questa volta il bersaglio del raid dell'esercito israeliano è Khan Yunis, nel Sud della Striscia, dove le bombe hanno ucciso anche diversi bambini in un bilancio spietato che sale col passare delle ore. Poco prima a essere bersagliata dall'IDF era stata una scuola, dove decine di civili e sfollati erano rimasti vittime delle bombe. Come a confermare le parole del Ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, che aveva promesso la distruzione totale di Gaza se gli ostaggi non fossero stati rilasciati da Hamas. E però sulla sorte dei cittadini dello Stato ebraico ancora nelle mani dell'organizzazione terroristica si addensano i dubbi dello stesso Presidente statunitense Donald Trump, secondo cui alcuni probabilmente sarebbero già morti. "Ho fatto uscire molte persone da Gaza", ha detto, prendendosi comunque il merito di un accordo negoziato dall'amministrazione Biden. Furibonda la replica del forum delle famiglie degli ostaggi tanto che Israele, per bocca del coordinatore della crisi Gal Hirsh, ha ribadito che "il numero degli ostaggi non è cambiato". Altrettanto furibonda la replica dello Stato ebraico alle accuse rivolte dall'ONU sul fatto che la carestia in corso a Gaza sia stata provocata da Tel Aviv, che usa la fame come arma di guerra. "Accuse false orchestrate da Hamas", la risposta affidata a X. Il Premier Benjamin Netanyahu ha ribadito che almeno due tonnellate di aiuti sono state distribuite a Gazawi, ma che sono state rubate da Hamas. Eppure i rapporti di organizzazioni indipendenti dimostrano come spesso i civili siano attaccati dall'IDF proprio mentre vanno a ricevere gli aiuti distribuiti dalla controversa Gaza Foundation, un'organizzazione de facto israelo-americana. Intanto la UNRWA lancia l'ennesimo appello affinché la distribuzione degli aiuti riprenda, ma affidata alle organizzazioni umanitarie. "I magazzini dell'ONU in Giordania ed Egitto sono pieni, ci sono abbastanza cibo, medicine e prodotti igienici pronti per riempire 6000 camion. Lo Stato di Israele deve permetterci di portare aiuti a Gaza". .























