Un compleanno come tanti di una bambina che festeggia con la famiglia, soffia sulle candeline, allegra e sorridente. Forse l'orrore maggiore è questo, la quotidianità violata dal conflitto, perché quelle immagini sono state girate in quel condominio di Dnipro, dove ormai i soccorsi hanno smesso di cercare, fotografando il bilancio finale a 44 morti e 79 feriti, tra cui il padre della piccola e quel compleanno straziante è il simbolo di un conflitto che prosegue spietato, nonostante la voglia di normalità di chi, in quell'orrore, è costretto a vivere. Un orrore talmente immenso che nessuno vuole assumersene le responsabilità. La Russia nega di aver mai bombardato obiettivi civili. L'Ucraina licenzia il consigliere Alexey Arestovich, reo di aver dichiarato che forse quel condominio è stato colpito da un razzo russo deviato dalla contraerea ucraina. La sostanza non cambia e la dimostrazione della determinazione russa a concludere il conflitto a suo favore, è confermata dalla riorganizzazione delle Forze Armate, annunciata dal Ministro della Difesa Shoigu, con l'aumento del numero di militari fino a un milione e mezzo di effettivi. Del resto lo ammette lo stesso Putin. Quest'ultimo anno è stato difficile per la Russia, ha detto all'agenzia RIA Novosti, aggiungendo però che sono stati superati rischi improvvisi. Ad ogni buon conto non sono del tutto chiusi i canali del dialogo. Il direttore dell'intelligence dei servizi esteri l'Svr Sergej Naryshkin e il capo della CIA William Burns potrebbero incontrarsi nuovamente, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Nel frattempo si è tenuto il primo incontro tra i capi delle Forze Armate ucraine e statunitensi, occasione in cui il comandante Valery Zaluzhny ha espresso la sua gratitudine agli alleati e all'America per il sostegno fornito.