Nessuna proroga, il Cremlino ha chiuso così la questione sulla tregua non tregua di Pasqua, 30 ore che non sono state sufficienti a far tacere le armi. Annunciata a sorpresa e gran clamore da Putin come un gesto di buona volontà per fini umanitari, sembra essersi rivelata come una promessa mancata. Da chi, come, è presto per dirlo, ma i reciproci sospetti si erano avuti fin dall'inizio. Giunto come terzo tentativo dopo i fallimenti del 22 e del 23, il cessate il fuoco aveva suscitato le speranze della comunità internazionale, che l'aveva accolto come un gesto di buona volontà da parte di Mosca, ma anche un'apertura nei confronti di Washington dopo che il Presidente Trump si era detto disponibile, in cambio di una tregua, ad accettare le conquiste russe dell'Ucraina delle cinque regioni. Così si è assistita a un'escalation di dichiarazioni Zelensky ha continuato a condividere su Telegram, a scadenze regolari report delle infrazioni registrate sul campo. Il livello più alto di attività combattiva russa in questa Pasqua si è registrato in direzione Pokrovsk. Le parole di Vladimir Putin su una presunta tregua, si sono rivelate vuote anche nella regione di Kursk, in direzione Siversk e altre aree della regione di Donetsk. Mosca ha replicato con un comunicato altrettanto secco del Ministero della Difesa. Le forze ucraine avrebbero effettuato 444 bombardamenti contro le posizioni russe e 900 attacchi con droni, incluso un attacco sulla Crimea e diverse incursioni nei territori di confine come le regie Briansk, Kursk e Belgorod. Le operazioni avrebbero provocato danni a infrastrutture civili. E mentre Kiev ribadisce l'invito a un cessate il fuoco completo e incondizionato che possa durare almeno 30 giorni, Mosca non raccoglie, anzi. La realtà è che anche a Pasqua, in Ucraina si è continuato a morire. .