"Allora, Paolo Fratter, che cosa può fare ben sperare di quello che è accaduto quest'oggi?" "Beh le delegazioni hanno definito questo confronto costruttivo, questo possibile accordo di pace, la strada della diplomazia Roberto è ancora molto lunga e in salita, ma dicevamo per la prima volta, soprattutto dalla delegazione russa è stata evocata la possibilità di un accordo di pace, che avrebbe il suo fondamento sullo status di neutralità, per l'appunto dell'Ucraina, Ucraina che dovrebbe rinunciare definitivamente, insomma, in questo senso si erano già messi il cuore abbastanza in pace. Dicevamo, rinunciare a entrare nell'Alleanza Atlantica, dovrebbero rinunciare a uno status di forza nucleare e non dovrebbero però rinunciare alla candidatura per entrare nell'Unione Europea. Non si parla neppure di smilitarizzazione. Questo prevede, diciamo la neutralità, prevista in questa, neanche bozza di accordo, in questo confronto che si è aperto in questa giornata a Istanbul. Neutralità però con delle garanzie, perché le richieste di Kiev sono molto precise, garanzie che dovrebbero arrivare da un gruppo di Paesi, che è già stato definito, tra questi c'è anche l'Italia, ma non solo, la Turchia che si è posto come importante mediatore in questo processo, la Francia anch'essa è importante mediatrice, oggi avrà modo di parlarne, Putin ha sentito ancora una volta Macron e poi ci sono la Cina, gli Stati Uniti, la Germania, sono un gruppo definito di Paesi che dovrebbero offrire delle garanzie sul modello di quello che è previsto dall'articolo 5 del Trattato dell'Alleanza Atlantica. Se l'Ucraina dovesse trovarsi in difficoltà, dovesse essere aggredita nuovamente, una volta siglato questo accordo di pace, ebbene questi Paesi, Italia compresa, dovrebbero intervenire a suo sostegno. Come dovrebbero intervenire? Sono stati identificati alcuni punti, dovrebbero farsi garanti dell'assistenza militare, dovrebbero fornire armi e dovrebbero istituire una no fly zone. Altro argomento, Roberto, riguarda la Crimea e le regioni del Dombass. Ebbene questi temi controversi, molto difficili da affrontare, su cui le posizioni dei Paesi, di Ucraina e Russia sono rimaste molto distanti, saranno affrontati in trattative a sé e per quel che riguarda la Crimea, in particolare, si parla di consultazioni che dovrebbero chiudersi entro 15 anni. Un'ultima annotazione, abbiamo parlato delle luci, di quello che ci fa ben sperare per l'esito di queste trattative, la ricerca di un accordo. Le ombre le hanno avanzate, sia Unione Europea, sia Stati Uniti d'America, per cui la priorità in questo momento è arrivare a un cessate il fuoco. L'unica vera priorità è che ci sia un cessate il fuoco duraturo, sul campo, rispettato dalla Russia anche nel sud del paese, dove come hai ricordato e hanno ricordato i nostri inviati, continuano pesantemente gli scontri Roberto.".