"Non abbiate paura, queste sono le prime parole al primo discorso pubblico del primo Papa polacco dopo la sua prima elezione. Parole che cambieranno il mondo." Joe Biden sà di toccare corde sensibili, in Polonia, citando le parole di Giovanni Paolo II non solo perchè polacco, certo, ma soprattutto perché considerato uno degli artifici della caduta del Muro di Berlino e del Socialismo reale. Sono corde sensibili, appunto, che evocano la memoria di un Paese che ha ancora sulla pelle le ferite di un Regime dispotico. I toni di Biden sono duri ma meno di quanto si potesse pensare alla vigilia, quando visitando un centro di accoglienza per profughi ucraini aveva definito Putin un macellaio. Certo lo chiama dittatore e punta il dito contro la dirigenza del Cremlino per le gravi colpe di cui si sta macchiando, avete mentito quando avete negato di voler invadere l'Ucraina, mentre ammassavate le truppe al confine. Ma la guerra, ha proseguito Biden, sarà una sconfitta per la Russia. "Non c'è alcun dubbio, questa guerra è già stata un fallimento strategico per la Russia, lo è già stata. Putin pensava che gli ucraini si sarebbero girati dall'altra parte e non avrebbero combattuto. Beh non ha studiato la storia perché le forze russe sono state contrastate da una Resistenza coraggiosa e resiliente." Noi, ha aggiunto resteremo al fianco dell'Ucraina fino alla Vittoria. Un discorso dai toni appassionati in cui non sono mancate le note minacciose come quando arriva dico che la NATO non ha intenzione di attaccare, di non voler partecipare direttamente al conflitto ucraino, ma poi aggiunto Putin non può restare al potere." Qua da Mosca si è limitato a spiegare che non è Biden a decidere chi governa il Paese ma i cittadini della Federazione. Più che delle parole però bisogna forse affidarsi ai fatti. Poco prima che prendesse la parola Biden, infatti tre missili russi hanno colpito un deposito di carburante, a Leopoli, ad appena 70 km dal confine polacco.