66esimo giorno di guerra sempre segnato da duri combattimenti a sud e a est. Odessa è sotto attacco. La città meridionale, snodo marittimo e strategico cruciale, è state bersagliata a lungo. Nel mirino la pista dell'aeroporto colpita da un missile russo e resa impraticabile. A sud-est, a Mariupol, dall'acciaieria assediata Azovstal sono stati evacuati 30 civili tra cui 6 bambini. Non è chiaro, però, dove siamo stati portati. L'impianto dall'alto appare completamente distrutto ma nei sotterranei e nei tunnel continua la lunga e lenta agonia delle centinaia di civili intrappolati, allo stremo, con poco cibo e sempre meno acqua. Anche i capi della Resistenza, asserragliati nei sotterranei, non conosco i dettagli del presunto piano di evacuazione. Si parla di 600 feriti assistiti nell'ospedale di fortuna con pochi mezzi. Una situazione, dunque, catastrofica. Anche la città di Mariupol, rasa al suolo, aspetta invano corridoi umanitari mai aperti. Particolarmente martellata la regione orientale del Donbass, ma le forze russe non sono riuscite a conquistare le tre aree obiettivo dell'offensiva. I contrattacchi ucraini nella regione di Kharkiv stanno impedendo, alle forze del Cremlino, di dirigersi verso Izium rallentando di fatto l'offensiva poiché qui i russi vorrebbero concentrare il maggior numero possibile di unità militari per intensificare gli attacchi a sud e a est. Sul fronte umanitario sono, intanto, quasi 5 milioni e mezzo gli ucraini fuggiti dal loro Paese.