Tra fughe in avanti e frenate è ormai certo che domani a Istanbul ci sarà la ripresa dei negoziati tra Ucraina e Russia. L'annuncio del Presidente Zelensky in un primo momento non aveva trovato conferme ufficiali da parte di Mosca, poi i media russi hanno citato una fonte anonima, secondo la quale, il nuovo round di colloqui sarà incentrato "sul confronto sui memorandum per una soluzione pacifica e sulla discussione di questioni umanitarie". Nulla di più fumoso e vago e nulla di nuovo. Nei precedenti incontri a Istanbul gli unici progressi erano stati proprio su questioni come: scambio di prigionieri, ritorno di minori in Ucraina e restituzione dei corpi dei soldati uccisi. Manca il cuore della trattativa, come stigmatizza Andrij Sybiha Ministro degli Esteri di Kiev: "Insistiamo per un cessate il fuoco ed è fondamentale che la controparte abbia il mandato di discutere le questioni più importanti: la fine della guerra e il raggiungimento di un cessate il fuoco". Il Ministro ha aggiunto: "Non vediamo da parte della Russia un impegno su questo, motivo per cui Kiev ha proposto che qualsiasi discussione strategica si svolga a livello dei Presidenti Zelensky e Putin", poi la stilettata di Sybiha: "Putin teme solo Trump, capisce che solo gli Stati Uniti possono costringere la Russia a raggiungere la pace". Sul piano negoziale le posizioni restano diametralmente opposte. La Russia vuole, oltre alla Crimea annessa nel 2014, le 4 regioni parzialmente conquistate e la neutralità dell'Ucraina. Kiev chiede il ritiro delle truppe dal suo territorio e garanzie di sicurezza occidentali. Il portavoce del Cremlino Peskov ha gelato le aspettative: "C'è molto lavoro diplomatico da fare, ci vuole tempo", e il tempo che Donald Trump ha dato a Mosca sono quei 50 giorni che scadranno il 4 settembre. Nel frattempo la pioggia di droni e missili si fa sempre più intensa. Tra domenica e lunedì 24 missili e oltre 400 droni hanno bersagliato le città sotto tiro: Odessa, la capitale dell'Ucraina, Sumy e Donetsk, dove a morire sono anche i bambini. .























