Guerra in Ucraina, continua la fuga di massa dei riservisti

I preparativi per la grande celebrazione proseguono, in attesa del discorso del Presidente Putin che dal palco annuncerà la scontata decisione del Parlamento riunito in seduta congiunta: la ratifica dei referendum e la conseguente annessione di Lugansk, Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson nella Novorossia, la Nuova Russia. Sul Ponte Bolshoj Moskvoretskij, sulla Moscova e in piazza Rossa, si stanno allestendo palchi e cartelloni con le scritte: "Insieme per sempre." Un trionfalismo che però contrasta con la reazione della comunità internazionale. Il Presidente del Consiglio italiano Draghi si aggiunge alla lunga lista dei leader internazionali che non riconoscono l'esito del Referendum. E il Presidente turco Erdogan, solitamente cauto sulla vicenda ha espresso la sua preoccupazione in proposito. La cronaca intanto certifica che la guerra non è più impantanata, anzi sta volgendo al peggio per le truppe russe. E se da un lato lo scoop del New York Times con le intercettazioni dei soldati russi che definiscono il Presidente "un pazzo" e l'invasione "una delle decisioni più stupide di sempre" sarà derubricata a propaganda straniera, ci sono fatti incontrovertibili che dimostrano come invece l'invasione sia diventata un boomerang. L'Intelligence britannica ha infatti sostenuto che probabilmente il numero di chi è in fuga è superiore alla forza di invasione totale introdotta dalla Russia a febbraio. E trattandosi soprattutto dei più abbienti e istruiti a fuggire, si tratta di una vera fuga di cervelli dall'impatto potenzialmente critico per il futuro del Paese. Tanto che il presidente della Duma Volodin ha lanciato strali contro i disertori e renitenti alla leva: "Ai cittadini che sono registrati nelle forze armate, dal momento in cui la mobilitazione viene annunciata, non è permesso di lasciare il loro luogo di residenza." Intanto dal campo di battaglia giunge la tragica notizia della morte dell'ennesimo bambino durante i bombardamenti di Dnipro: secondo Ukrinform sono quasi 800 i bimbi uccisi finora dall'inizio dell'invasione a febbraio.