La guerra in Ucraina sta avendo un impatto molto importante sulla produzione del grano all'interno del Paese, considerato, non a torto, il granaio d'Europa. L'ultimo allarme è stato lanciato dal Ministero della Difesa Britannico, che ha stimato una diminuzione del 20% della produzione. La riduzione dell'offerta, si legge in un tweet diffuso nella tarda serata di lunedì, genererà pressioni inflazionistiche; i prezzi elevati potrebbero minacciare la sicurezza alimentare globale, in particolare, in alcuni dei Paesi meno sviluppati economicamente. I più esposti appaiono sicuramente i Paesi africani, che hanno nel pane uno dei prodotti fondamentali della propria alimentazione, e alla portata anche delle fasce meno abbienti della popolazione. La carestia generata potrebbe portare ad un accrescimento dell'instabilità politica nei Paesi più a rischio di nuove rivolte del pane, come la Tunisia, l'Egitto ed il Libano; queste ultime due nazioni ricevono l'80% del proprio fabbisogno di grano dal paese caucasico. Kiev è il quarto produttore ed esportatore di prodotti agricoli al mondo. Già nelle scorse settimane, David Beasley, il numero uno del PAM, il programma alimentare mondiale dell'ONU, aveva ricordato ai 15 membri del Consiglio di Sicurezza, come il grano ucraino serva a sfamare 125 milioni di persone. Il 50% del grano comprato dal World Food Programme proviene dall'Ucraina. Un Paese in guerra come lo Yemen fa pesante affidamento sugli aiuti che arrivano dal programma alimentare delle Nazioni Unite; il Paese del Golfo si è già visto dimezzare le proprie assegnazioni a causa dell'incremento del costo del cibo, ma anche del carburante e delle spedizioni.