In diplomazia si sostiene che un buon accordo è quello che lascia insoddisfatti entrambe le parti. Seguendo questo principio non si può dire che la dichiarazione finale del G20 abbia soddisfatto questi requisiti. Kiev infatti, pur ringraziando i partner per il tentativo di chiudere una posizione più severa della comunità internazionale nei confronti dell' invasione russa, manifesta senza giri di parole la sua contrarietà. Non c'è nulla di cui essere orgogliosi, ha scandito infatti il portavoce del Ministero degli Esteri ucraino, troppo blando il richiamo alla necessità di risolvere tutti i conflitti esistenti nel mondo e di risolverli in conformità con tutti gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite. Non a caso il ministro degli Esteri Russo, Sergej Lavrov, ha speso parole di elogio per le conclusioni del summit definito un successo. Grazie ad una posizione consolidata del Sud del mondo a difesa dei suoi interessi legittimi è stato possibile impedire, in larga misura, il successo del tentativo dell'Occidente di ucrainizzare nuovamente l'intera agenda a scapito della discussione sui problemi urgenti dei paesi in via di sviluppo. Dal racconto degli sherpa impegnati nella stesura finale si evince che sono state necessarie 200 ore di negoziati non stop, 300 incontri bilaterali, 15 bozze. E a livello diplomatico conta poco che gran parte della comunità internazionale, anche al di fuori del G20, abbia definito le elezioni del territorio occupati una farsa. In ogni caso ci sono svolte, anche con i combattimenti in corso, scontato quanto irrilevante il prevedibile plebiscito a favore delle formazioni filorusse, così come le denunce di irregolarità e brogli. La battaglia prosegue e si svolge in gran parte nel cielo l'ennesima notte di guerra si è consumata nei cieli dell'Ucraina, dove sono stati condotti i vari raid con i droni. In Russi hanno lanciato un'offensiva, nel nord del paese, in particolare su Kiev. Sul fronte opposto il Ministero della Difesa Russo, come riferisce la TASS, ha comunicato di aver distrutto, con la contraerea, otto droni ucraini sopra le acque del Mar Nero, al largo della Crimea.