La propaganda si infiamma sull'incrociatore lanciamissili Moskva, quasi distrutto secondo il Governatore di Odessa, Maksym Marchenko, da missili ucraini Neptune, seriamente danneggiata a causa di un incidente causato dalla deflagrazione di munizioni a bordo per i media russi. Nelle immagini del 2014 l'orgoglio di Putin mentre mostra la nave alla controparte egiziana, Abdel Fattah al-Sisi. Ecco la versione ufficiale di un comandante ucraino. Il Pentagono sostiene invece che l'Ammiraglia stia navigando al largo di Odessa in direzione Sebastopoli. La difesa russa precisa che è stata evacuata, nessun ferito andrà in porto per una valutazione dei danni. Dalla Moskva ad inizio conflitto partì l'invito alle truppe ucraine dell'Isola dei Serpenti ad arrendersi. La risposta fu. "Andate tutti al diavolo." Il suo allontanamento dal porto più importante del paese potrebbe mutare gli equilibri, ossia complicare la missione di conquistare il Donbass. Solo un giorno prima il presidente Zelensky si era fatto immortalare con i nuovi francobolli, sullo sfondo una grande nave. L'intricato scambio di accuse si spinge oltre il confine. Mosca denuncia bombardamenti in alcuni villaggi russi ad est, due sarebbero stati evacuati a nord della regione ucraina di Cherniv, una delle città distrutte. Ecco ciò che rimane dello stadio mentre il Consiglio Nazionale per la sicurezza ucraino respinge l'accusa. I servizi russi attaccano i loro territori per accusarci, ritenendo l'addebito un piano terroristico finalizzato ad alimentare l'isteria. Per rafforzare la propaganda Mosca insiste sulla conquista di Mariupol dove i rifugiati a Dnipro raccontano di una battaglia che continua tra le rovine, dove si beve la neve e i primi a morire sono i bimbi più piccoli per la fame.