La situazione sul campo resta difficile. L'impressione era chiara da tempo, ma ora è arrivata la conferma dalla massima autorità ucraina, il Comandante delle Forze Armate che, nel corso di un incontro con il collega ceco, ha confermato che è in corso una pesante offensiva da parte russa, e che le forze ucraine sono in crisi. "Le ostilità in alcune aree richiedono un costante rinnovamento delle risorse delle unità", ha concluso. Insomma, un allarme chiaro. I soldati ucraini sono allo stremo e non sembra ci siano risorse per sostituirli. Dall'altro lato del fronte invece, i russi, così come confermato dal faccia a faccia tra il Ministro degli Esteri russo Lavrov e la collega nordcoreana Choe Son-Hui, potranno contare su un'iniezione di riserve, cioè circa 10mila soldati di Pyongyang, per ora impiegati nell'oblast di Kursk, dove Kiev ha conquistato una sacca di circa 700 chilometri quadrati. Ma potrebbero essere utilizzati anche in altri scenari. Non è chiaro se siano manovalanza bruta, carne da cannone, o se corpi speciali. Quel che è certo è che così la Federazione ha messo a segno un colpo strategico cruciale. Del resto, già da tempo era nota la fornitura di armi e munizioni dalla Corea del Nord alla Russia. Una scelta che forse irrita Pechino, che non gradisce interferenze nella sua relazione speciale con Pyongyang, ma che garantisce una boccata d'ossigeno all'Armata che ha bruciato nella fornace della guerra ucraina circa 600 mila soldati tra feriti e morti. Il campo conferma che Mosca avanza, inesorabile. Il Ministero della Difesa russo ha annunciato di aver preso il controllo di due nuovi insediamenti nellUcraina orientale, mentre le sue truppe avanzando rapidamente. A questo quadro si aggiunge la pioggia di droni russi su Kiev e altre regioni dell'Ucraina, cominciata la notte scorsa e continuate in mattinata, con un bilancio del meno 51 feriti.